2010
Regno dei possibili, invisibili
Isola della Certosa, Venezia
Annemarie Sauzeau Boetti
Quattro regni a fior d’acqua (regni invisibili ma possibili)
Testo inedito
“Due appartengono alle classiche categorie leçons de choses, cioè regno animale, vegetale, minerale: notare che ci vuol poco a confondere i confini tra questi regni: vedi i coralli, le spugne o i cristalli cari ad Amalia…
Al microscopio poi, i regni si confondono ancora di più! Con le potenti protesi che permettono di vedere un millesimo di milli metro, gli organismi vegetali e animali non si differenziano all’occhio “normale”. L’incredibile è che sono tutti vivi…
Quel primordiale e infinitesimale brodo si muove senza tregua, si trasforma ed emette persino suoni. A un metro dalla laguna, nelle quattro casematte, ecco quattro oblò: come i vetrini di un microscopio, come gli oblò di una nave di Jules Verne, come il tondo che si richiude sull’ultima immagine di un film muto…
Negli oblò appare la laguna sottostante l’isola della Certosa, quattro “tuffi” nell’acqua nascosta sotto i nostri piedi… Le creature stravaganti che così affiorano e si succedono negli oblò non solo vibrano e si spostano, ma emettono sospiri, grida, fruscii.
A malapena l’occhio, di fronte all'incredibile ingrandimento, nota differenze tra la vita animale e quella vegetale (semmai il suono? Il vegetale rimane muto?). Stesse forme stravaganti, stesse sagome essenziali: per l’occhio è la stessa identica esperienza sensoriale che riguarda una misteriosa micro-biologia.
Comunque Amalia ha spartito questi due regni contigui tra le casematte 1 e 2. Le casematte 3 e 4 invece offrono una esperienza tutta diversa: riguarda ancora l’occhio e l’orecchio(con vera musica) ma le “creature” indagate qui non sono visibili nemmeno agli strumenti più sofisticati, perciò quello che appare sono traduzioni o equivalenze, ipotesi matematiche (del tipo spirale DNA). Queste forme meravigliosamente varie e astratte sono totalmente mentali, concet-tuali; nulla di biologico può emergere, la vita rimane invisibile, indicibile.
La proposta formale inventata si rivolge dunque all’occhio della mente,ma non la mente raziocinante bensì quella sensitiva, immediata: un sesto senso. Così anche nella casamatta 3 scompareil confine tra risposta mentale e risposta sensoriale del visitatore. Insomma nelle 3 casematte finora visitate, tutto avviene ugualmente… a fior di sensi e a fior di mente. In modo ipnotico. Anzi, ciò avviene anche nella quarta casamatta, in quanto in quell’ultima stazione viene sollecitato l’inconscio del visitatore, una sua risposta spontanea di fronte alle immagini che l’inconscio (e l’arte) di Amalia ha registrato: qui in effetti la proposta visiva dell’artista sostituisce un’ipotesi che la scienza (ad oggi) non è in grado di raffigurare. Sognando liberamente forme che risponderanno a quelle proposte dall’artista, l’inconscio del visitatore completerà figure composite e involontarie, stravaganti quanto i “cadavres exquis” dei surrealisti francesi: una specie di plancton mentale, automatico ed infinito. La sequenza delle quattro casematte invita dunque ad un viaggio sterminato, ad un’immersione sensoriale e mentale che fa passare gradualmente dalla biologia la più segreta all’attività mentale la più intensa …Che spazia dagli impianti dalla matematica fino alle più incredibili lagune dell’inconscio.”
Testi Critici:
I casamatta - gli animali
II casamatta - i vegetali
III casamatta - i modelli
IV casamatta - l’inconscio