1972
opere esposte: Grande Tropo, How do you feel?, U.S.A., Presenza/Assenza, Omaggio a Borges: Finzioni
proiezioni alle pareti di cristalli liquidi
1972
opere esposte: Grande Tropo, How do you feel?, U.S.A., Presenza/Assenza, Omaggio a Borges: Finzioni
proiezioni alle pareti di cristalli liquidi
TROPI TROPI TROPI TROPI TROPI TROPI TROPI
Il compito dell’occhio è quello d’informare il cervello mediante un codice di segnali nervosi (cioè attraverso una serie di impulsi elettrici) che vengono interpretati dai centri cerebrali.
Il cervello secondo gli schemi dell’attività mentale prosegue il programma di identificazione degli oggetti.
La coscienza di una forma o di uno spazio è il risultato di un dinamico processo di ricerca che tende a offrire l’interpretazione più soddisfacente dei dati disponibili, basandosi cioè sulle nozioni già acquisite per altre vie sul conto dell’oggetto.
Quello che vorrei esprimere non è la coscienza di una forma, ma la possibilità che ha la coscienza dilatarsi.
Ciò che mi interessa sono le riflessioni, cioè lo spazio illusorio, dinamico, la forma-spazio moltiplicata si propone come nuova la coscienza dell’oggetto si allarga.
Amalia Del Ponte, agosto 1971
MUTABILITÀ MUTABILITÀ MUTABILITÀ MUTABILITÀ MUTABILITÀ
Trovo appassionate il lavoro fatto nel campo della ricerca scientifica da chi tenta di avvicinarsi a quello che potrebbe essere un principio unificatore dell’evoluzione. Io, con il mio lavoro, vorrei produrre una alterazione della percezione così come questi fenomeni di dilatazione della conoscenza la provocano nel mio cervello.
“Basandoci sull’intuizione, possiamo rendere facilmente accessibili i vari fatti e problemi geometrici; anzi in molti casi è possibile dare un cenno sui metodi di ricerca e di dimostrazione che conducono alla conoscenza dei fatti, in forma intuitiva, senza che sia necessario addentrarsi nei particolari delle teorie astratte e del calcolo.”
Sistema regolare dei punti.
Tratta certe proprietà dello spazio come sistemi costituiti da elementi separati; tali sistemi si presentano molte volte anche in altri campi della matematica, specialmente nella teoria dei numeri, nella teoria delle funzioni e nella cristallografia.
PERCHÉ I CRISTALLI CRISTALLI CRISTALLI CRISTALLI CRISTALLI CRISTALLI
Perché stimolano il mio cervello alla imaginazione di forme che sarebbero archetipi della realtà della materia. […]
Nel 1880 Leonhard Sohncke (1842-97) e più tardi esplicitamente Paul von Groth (1843-1927), sostennero che i cristalli risultavano da reticoli complessi formati da tanti reticoli semplici congruenti, tra loro intrecciati, nei quali ai nodi di ogni singolo reticolo semplice stavano gli atomi di uno stesso elemento.
Nel 1912 Max von Laue (1879-1960, nobel per la fisica 1927) dimostrò scientificamente la fondatezza di questa intuizione. Ben presto si pensò che questo fenomeno offrisse nuovi mezzi d’indagine per lo studio della materia.
“Il risultato di una ricerca durata molti anni può essere compendiato in un modello. Quello a cui il ricercatore mira fin dal principio è semplicemente un piano strutturale, una mappa che mostri tutti gli atomi nelle loro rispettive posizioni spaziali.
Nessun’altra branca della scienza è così essenzialmente geografica: tutto quello di cui c’è bisogno per rilevare il nuovo mondo, che è stato scoperto, è infatti un elenco di coordinate spaziali.
Un cristallo è costituito dall’unione di innumerevoli piccole unità strutturali, ciascuna consiste di atomi disposti nello stesso modo.
Queste unità si ripetono in modo regolare, il disegno si estende in tre dimensioni.”
Sir Lawrence Bragg, Cristallografia a raggi X, in “Le scienze”, n. 3, 1968
I cristalli liquidi furono scoperti nel 1889 da Friedrich Reinitzer (1857-1927) Il nostro corpo è formato in parte da cristalli che svolgono alcune delle sue importanti funzioni (globuli rossi, spermatozoi etc.).
Il cervello è un complicato sistema di cristalli liquidi. L’acido desossiribonucleico, che conserva e trasmette nell’organismo vivente l’informazione ereditaria, forma cristalli liquidi liotropi.
Trovo interessante anche l’impronta, il vuoto che lascia una cosa quando si allontana.
“Come se non bastassero le sconcertanti scoperte nel campo della fisica, dell’astronomia e della biochimica ci sono poi quelle che si riferiscono a due scienze più direttamente connesse con la mente dell’uomo: la neurologia e la psicofarmacologia. La neurologia delinea l’esistenza d’impensate galassie interne strutturali e fenomenologiche. La farmacologia fornisce nuovi mezzi per alterare la coscienza, per proiettarci in nuove dimensioni di consapevolezza … Abbiamo scoperto che il nostro cervello funziona con una velocità e con una portata che sorpassano di molto quelle delle nostre operazioni mentali. Il potenziale dell’associazione celebrale è dell’ordine di 13 bilioni alla 25esima potenza per secondo.
Ma noi pensiamo, cioè sperimentiamo razionalmente, al ritmo di non più di 3 concetti – dieci fenomeni – al secondo. Il paradosso può essere espresso in questi termini: è necessario che noi usciamo dalle nostre menti per poter usare i nostri cervelli.”
“Creazione dal nulla. Il tempo e lo spazio si integrano in quella finale unità a forma di punto, bindu; punto, puntino, zero, goccia, germe, seme, sperma. L’oudad primordiale.
La libertà è poesia, prendersi delle libertà con le parole, frangere le regole del parlare comune, violare il buon senso. La libertà è violenza.
Non cose, ma iridescenza nel vuoto.
Il significato è una creazione continua, dal nulla che torna al nulla.
Se non è evanescente non è vivo.
Tutto è simbolico, è transitorio; è instabile.
Il consolidamento del significato crea gli idoli; i significati stabili si sono trasformati in pietre.
Il significato è nel gioco, o reciproca azione, della luce.
Come nella schizofrenia, tutte le cose perdono i loro confini, diventano iridescenti con significati multicolori. Non cose, ma un’iridescenza, un effetto da arcobaleno.
Una riflessione indiretta; o rifrazione; luce rotta, o enigma.”
“I cristalli, questa forma particolare di materia solida, avrebbero potuto arrivare a modi superiori d’organizzazione, capaci di trasformare l’informazione in un processo razionale I cristalli potrebbero entrare in un gioco, a lungo termine, analogo ai processi d’adattamento e perfezionamento delle cellule.
Col tempo, i miliardi di anni sono secondi nel laboratorio della natura, essi stabilizzerebbero certi circuiti logici e deporrebbero l’informazione ottenuta in minerali specializzati. … oso credere che il vasto universo offra in altre parti condizioni adatte al fiorire di cristalli e del loro accesso all’intelligenza, per la quale sono dotati … Chi crede che ciò sia impossibile vada a visitare un calcolatore elettronico della terza generazione per convincersi di ciò che può dare un’associazione artificiale di cristalli, prodotta dall’uomo.
A differenza dell’intelligenza umana, discreta e discontinua, che ha bisogno di uno sforzo sociale d’integrazione in un patrimonio comune, l’intelligenza siderale dei cristalli presenterebbe alcuni vantaggi in paragone con la nostra. La repulsione di alcuni per l’intelligenza fredda e senza sentimento dei cristalli non è fondata… Si potrebbe formulare anche l’idea di un certo humour. Errori ridicoli nell’elaborazione dell’informazione esterna, recuperi erronei di dati giacenti nella memoria potrebbero provocare una ilarità contagiosa nella colonia dei cristalli…”
Nel tentativo di suddividere sempre di più la materia si ottengono delle particelle che sono delle pure rappresentezioni di strutture matematiche.