litografia per la cartella della libreria delle Donne

“se guardiamo in faccia il fatto che non c’è un solo braccio al quale appoggiarsi, ma che dobbiamo fare la nostra strada da sole e che dobbiamo essere in relazione con il mondo della realtà e non soltanto con il mondo degli uomini e delle donne, allora si presenterà finalmente l’opportunità…”
Virginia Woolf

Dalla metà dell’800, quando 250 donne americane si riunirono per chiedere – tra gli altri – il diritto di accedere agli studi, è trascorso più di un secolo. Che la guerra sia ancora aperta, che la rivolta continui, che una strategia rivoluzionaria femminista sia ancora oggi un obiettivo da mettere a punto, lo prova anche questa cartella che vede un gruppo di artiste compiere un gesto politico di solidarietà nei riguardi del movimento. Oltretutto, un’operazione contro la “separatezza” delle donne nella sfera del far cultura. Qui non si tratta di rivendicare la qualità d’invenzione o di promuovere una competitività di “femminismo” – ma cosa significa femminile in arte? Esiste forse un sesso specifico della creatività? Dipingere sarebbe mutuato attraverso canoni maschili? -; siamo davanti ad artiste che hanno dato riconosciuta testimonianza del proprio lavoro anche come professioniste. E le vediamo: Carla Accardi, prestigioso nome dell’astrattismo italiano, con una immagine ricca di ‘joie de vivre’, dove le stesure di colore sono luce e viceversa; Dadamaino e Grazia Varisco, anch’esse “inventariate” già da un pezzo nella storia dell’arte contemporanea per quello che si definisce il settore della ricerca percettiva, la prima con un tracciato leggibile a mo’ di raffinatissimo labirinto (e il titolo è appunto “inconscio-razionale”), la seconda con un’immagine di straordinaria essenzialità, improntata al divenire della luce; Valentina Berardinone, che in questi ultimi anni ha raddoppiato l’interesse del suo discorso intorno al tema dell’allarme latente nel quotidiano, con un “momento tra ipotesi e memoria”; lo scontro e il legame ambiguo tenero e terrifico esistenti tra onirico e reale costituiscono lo schermo su cui Amalia Del Ponte situa le impronte delle mani di un’adulta e di una fanciulla confrontate tra loro, contrapposte alle indicazioni “sinistra-destra”, segni che interrogano, fanno resistenza dietro un reticolato; Nanda Vigo, con una delle sue scritte al neon che l’hanno resa incrollocabile sotto una etichetta di comodo; Nilde Carabba, con una veduta marina ricommentata attraverso una serie di segni “op”; Mirella Bentivoglio con la provocazione ironica della poesia visiva; infine la Binga con una agile calligrafia rossa e nera.

Lea Vergine
15 luglio 1975

Questa cartella è nata come nostro momento di solidarietà verso il movimento delle donne ed in particolare verso la Libreria delle Donne di Milano che si apre quest’anno a Milano. Ognuna di noi vi ha collaborato gratuitamente e le grafiche sono state pensate specificamente per quest’occasione. A noi è sembrato, realizzando questo lavoro, che fosse un passo per assumere in prima persona il nostro essere artista-donna e iniziare in qualche modo un nostro processo di identificazione e di riconoscimento. Fare in gruppo una Cartella di Grafica è stato un gesto relativamente semplice, ma ci siamo accorte che, al di là dell’occasione, esso in realtà ha smosso le acque di situazioni che parevano scontate, ha fatto riemergere dei problemi basilari quali quelli della creatività, della competitività, del potere, e ci ha fatto intravedere la possibilità di nuovi comportamenti. Intanto, per cominciare, un primo gesto di ordine pratico di questa volontà di modifica e di trasgressione, è nell’aver deciso di mettere in vendita la cartella ad un prezzo politico. Cioè bassissimo, di lire 200.000. Desideriamo volutamente ignorare la logica del mercato d’arte (forzato mantenimento dei prezzi ad un certo livello) e vogliamo che la cartella delle donne sia accessibile al maggior numero di persone anche fuori dei tramiti tradizionali delle gallerie d’arte. La scelta di fare questo lavoro insieme ci ha portato a fare questa seconda scelta “diversa” nei confronti della distribuzione. È un piccolo inizio. Altre donne compiono ‘altre azioni. inventano altri gesti. Un giorno tutti questi gesti si potranno incontrare.

Carla Accardi, Mirella Bentivoglio, Valentina Berardinone,
Tomaso Binga, Nilde Carabba, Dadamaino,
Amalia Del Ponte, Grazie Varisco e Nanda Vigo.