1992
travertino e pigmenti, 141 x 128, 176 x 128, 230 x 214 cm
esposizioni: Studio 51/A, Roma
L’opera Ipotono compare nel video di Mario Gamba.
1992
travertino e pigmenti, 141 x 128, 176 x 128, 230 x 214 cm
esposizioni: Studio 51/A, Roma
L’opera Ipotono compare nel video di Mario Gamba.
“Dopo anni di ricerca sulla struttura dei cristalli e sulla rifrazione della luce, Amalia Del Ponte si è avvicinata alla scultura in pietra sottoponendola alla stessa indagine strutturale ed elaborandola da quella medesima antica concezione che una parte della scienza contemporanea conferma, quando esce da un’idea statica della materia, da una suddivisione dualistica tra le sostanze tradizionali della fisica classica per abbracciare la teoria di «densità di campo», dove materia ed energia s’intrecciano condensandosi. Anche le avanguardie della prima metà del secolo hanno contribuito a riacquisire all’uomo contemporaneo il rapporto con il mondo invisibile. E se Boccioni è l’artista che più decisamente ha intrecciato la relazione dell’arte con l’ambiente in senso fisico, de Chirico è sicuramente quello che ha pervaso la relazione di un senso metafisico. Amalia Del Ponte opera a cavallo di questi due atteggiamenti, senza entrare tuttavia in contraddizione, in virtù di una scelta di campo, che mentre pone in gioco tutte le componenti; prodotto dalla percussione su lastre di pietra preventivamente lavorate e accordate, il suono fuoriesce e si ripete oscillando, cercando un inafferrabile centro. L’udito, secondo l’antica filosofia indiana, è la fonte di ogni conoscenza, all’ascolto si attribuisce il compito di iniziare più profondamente alla vita ritmica. Il suono, non solo scioglie la materializzazione del mondo, fonde coscienza (Luce-Senso) e udito, ma intreccia i livelli, stabilisce i passaggi tra Terra, mondo Supero e mondo Infero. Anomala rispetto alla società, alle caste ed alle professioni riconosciute in essa, la posizione del musico-sacerdote tiene il luogo più alto tra gli uomini e gli dei, come quella del musico-mago il posto più basso tra gli uomini e i demoni. In ognuno dei casi la sua è una condizione eletta in quanto frutto di libera scelta, del senso di una missione, simile, in questo, al ruolo del medico e, fra gli artisti, del poeta. Una posizione che il lavoro della Del Ponte condivide, al momento, rivoluzionando gli abituali parametri della scultura.”