2022
installazione interattiva,
dimensioni ambientali,
200 sedili copriwater di cui 50 parlanti
realizzazione sonora a cura di Gerardo De Pasquale
esposizioni: Fabbrica del Vapore, Milano 2022
2022
installazione interattiva,
dimensioni ambientali,
200 sedili copriwater di cui 50 parlanti
realizzazione sonora a cura di Gerardo De Pasquale
esposizioni: Fabbrica del Vapore, Milano 2022
L’installazione di Amalia Del Ponte non è una provocazione e non rinvia formalmente a Duchamp, è una metafora. E esposto a parte, come una tappezzeria, un gran numero di assi del water a cui corrispondono altrettante vite.
Ogni asse è una voce, alcune selezionate da Amalia Del Ponte in base alla sua esperienza personale, altre tratte dalla rivista “Esteri” di Radio Popolare. Le violenze narrate rappresentano le avarie lingue e sfumature del dolore, troppo spesso presente nella cronaca del mondo.
Il cuore dell’installazione è infatti nelle voci, nelle storie, nelle parole delle vittime che raccontano in poche frasi la molteplicità dei drammi che si perpetuano ogni giorno in ogni luogo del pianeta. […]
Le assi del water che compongono l’installazione sono oggetti di design dell’Ideale Standard, segni grafici, oblò, otto, libri, che una volta aperto rivelano una storia. Sono oggetti di rigore formale e pregio materiale, sinonimo di benessere e di civiltà; le storie che contengono sono il rovescio della medaglia e meritano di essere ascoltate.
La quotidianità del gesto di sollevare il coperchio di un water rompe così lineano di una realtà asettica e lascia emergere ciò che scorre sotto le stanze igieniche ed edulcorate dei nostro bagni. Sollevata l’asse le parole escono verso il fruitore e inondano con la loro amarezza il nostro luogo sicuro.
Si è tentati di richiudere inorriditi, di rimetterle subito a tacere.
Water significa però anche acqua e in questa seconda accezione la metafora mette in evidenza l’urgenza di lavare via una volta per tutte le volgarità del male, di portare via ingiustizia, fascismo, violenza, prevaricazione, sfruttamento, paternalismo, esclusione, discriminazione e disparità di genere. Lo scroscio dell’acqua che monda rappresenta il desiderio di scaricare tutte le umiliazioni, le nefandezze e i crimini che questa nostra civiltà sa produrre e si ostina a ignorare e a non risolvere. La ricchezza della società occidentale ha da tempo accumulato conoscenze e capitali sufficienti per alleviare le pene e l’inferno di migliaia di innocenti. Potrebbe farlo con un gesto solo apparentemente semplice, ma si ostina a non agire: la follia dell’avidità non lo permette. Scorrono, sotto le apparenze linde e igienicamente ineccepibili delle nostre case, schiavitù e miserie che fingiamo di ignorare o peggio di compatire.
Lo sciacquone è il suono del dilavamento, l’esito di un gesto catartico e liberatorio, uno scroscio evocato perché dia forza a una cascata di giustizia capace di lavare via ogni dolore.
Maria Fratelli