14-18 marzo 2017
Studio Amalia Del Ponte
a cura di Barbara Garatti
In occasione di Studi Festival #3, Cleo Fariselli e Vittorio Cavallini sono invitati nello studio di Amalia Del Ponte a presentare due nuovi progetti.
L’uso dello zero come numero si deve ai matematici indiani che fin da subito, nell’antico alfabeto devanāgarī, lo rappresentano come un cerchio. Gli arabi trasmisero agli europei il sistema di numerazione posizionale appreso dagli indiani grazie a Leonardo Fibonacci che tradusse per assonanza sifr (صفر = vuoto) in zephirum, cioè zefiro, e poi zero. Nell’Iliade Zefiro è rappresentato come un vento violento o piovoso, secondo Ovidio invece è un soffio tiepido che rapisce Flora e le dona il regno dei fiori.
Come il vento è l’imprevedibile trasformazione dell’invisibile, lo zero è il valore dell’intangibile.
Zero è numero e parola, pensiero e forma, vuoto e massimo potenziale.
È il luogo dove lavorare liberi, azzerando strumenti, forme e significati precedenti.