3 dicembre 1981 – 6 gennaio 1982
a cura di Romana Loda
opere esposte: Modello non realizzabile in scala esatta
3 dicembre 1981 – 6 gennaio 1982
a cura di Romana Loda
opere esposte: Modello non realizzabile in scala esatta
Vito Boggeri, Anna Valeria Borsari, Cioni Carpi, Augusto Concato, Giovanni D’Agostino, Giuliano Della Casa, Amalia Del Ponte, Franco Guerzoni, Piera Legnaghi, Armando Marocco, Stephanie Oursler, Suzanne Santoro, Berty Skuber
L’ANELLO DI MOEBIUS
Rassegna inter-media di arte contemporanea che ha lo scopo di evidenziare l’idea concreta di una continuità storica nelle ricerche estetiche, in opposizione a pretese ‘fratture’ determinate più dalla volontà di alcuni critici per assecondare le richieste del mercato, che da una realtà specifica. La mostra è costituita da ‘opere’ nel senso più tradizionale del termine (quadri, sculture), ma anche da installazioni, films, video-tapes, ecc.
E’ corredata, da un ampio testo di Romana Loda che è una ‘divagazione’ ironica intorno ad atteggiamenti che si pretende di spacciare per seri e che invece sono solamente seriosi e melensi, finalizzati a scopi, di pura immediatezza. Il tono volutamente leggero è comunque di chiara denuncia di un mondo quasi completamente chiuso su se stesso e che ha progressivamente perso i contatti con la realtà. Di ogni artista viene dato un breve profilo critico che serve a inquadrarne compiutamente il campo d’azione. I 13 artisti presentati, pur non essendo dei ‘nomi’ di grande richiamo da un punto di vista mercantile, hanno comunque avuto modo di dimostrare con anni di intenso lavoro, il rigore di una ricerca condotta senza cedimenti ai facili richiami delle mode e con esiti precisi e di grande interesse.
“… questa figura non appartiene alla geometria rigida e asettica, ma alla topologia che è materia più inquieta, refrattaria alle formule. Un anello di Moebius si ottiene prendendo una striscia di un materiale qualsiasi e congiungendo le due estremità dopo aver operato una torsione di mezzo giro su una delle due. E’ una figura semplice, che presenta una continuità tra interno ed esterno; suggerisce l’idea di qualcosa in continuo divenire, con un flusso incessante. L’arte, in definitiva, è come un anello di Moebius: gira e gira senza fine e senza apparente utilità oltre quella di esistere. Evolve in continuazione e quando sta per ritornare su se stessa, compie impercettibili scarti che la portano su piani sempre diversi, che le permettono di rinnovare quel sottile e ineffabile sortilegio senza il quale la vita sarebbe forse più semplice, ma meno cosciente e in definitiva, molto, molto meno vivibile.”
Romana Loda