1970
Attico della Famiglia Medolago
Bergamo
“Domus”, n. 495, 1971
1970
Attico della Famiglia Medolago
Bergamo
“Domus”, n. 495, 1971
Il tubo al neon che corre lungo le pareti è una linea sottile, che lo smalto riflette. il pulsante all’ingresso accende tutta d’un colpo, come la scarica di un fulmine, dipinta su muro: la scarica parte dal dito, e sale in diagonale (spezzata dagli spigoli della parete) fino alla quota d’imposta del soffitto, segnando a questo livello un limite ideale all’altezza del soggiorno.
(Il luogo è una mansarda, 135 m2, spazio movimentato cui è stata data massima continuità: soggiorno e letto sono in un unico vano: pavimento in feltro di lana, porte in laminato plastico Print, battiscopa e serramenti in gomma nera).
Questo interno e [Atelier], nei quali emergono due “invenzioni”, sono opera di Amalia Del Ponte, giovane artista che lavora a Milano (dove ha anche allestito i negozi Gulp! e Fiorucci).
E’ un disegno con la luce, in “Domus”, n° 495, febbraio 1971
Mette in atto un vero e proprio total design per la Casa attico della famiglia Melolago del 1970, che trasforma in un open space, realizzando un’operazione di interior design nell’arredo, con tavoli di Sottsass, divani e poltrone di De Pas-D’Urbino-Lomazzi, lampade Memphis. Il pavimento è in feltro di lana, le porte sono in laminato plastico, i battiscopa e serramenti in gomma nera. Disegna con la luce creando uno spazio-movimento, scriverà recensendola Domus, facendo con ciò riferimento al tubo al neon che corre lungo tutte le pareti.
Eleonora Fiorani