Lea Vergine

Scultura Tutti i nomi da sapere

Resterà pietra su pietra

in “Panorama”

marzo 1987



“Tra grandi, emergenti e nuovissimi, sono un centinaio. C’è chi si richiama al mondo classico e chi si ispira all’Oriente. Ecco la mappa di un critico per orientarsi nell’arcipelago della scultura italiana. Al contrario della pittura, la scultura contemporanea si sottrae alla moda – che passa di moda -, si presta meno a coquetteries, scopiazzamenti e inanità varie. È più difficile imbattersi in leziosità al caramello, in pompose sciocchezze. Non soffriamo in Italia di post-scultura, di trans-scultura, di scultura citazionista ne di terzo-futurista. Nella scultura il revival non paga. Ma è vero, come insinua qualcuno, che la scultura è la Cenerentola delle arti? È vero che, rispetto alla pittura, è in secondo piano e che l'intensificarsi di tante rassegne di scultori sta a compensare la differenza di sempre?

Ma dopo la generazione dei Pomodoro e dei Cascella, c'è quella che da dieci anni ci rappresenta con successo sulla scena internazionale. Sono Giovanni Anselmo, Amalia Del Ponte, Luciano Fabro, Luigi Mainolfi, Giuseppe Maraniello, Hidetoshi Nagasawa, Giuseppe Spagnulo, Mauro Staccioli, Antonio Trotta, Gilberto Zorio. Nelle installazioni di Anselmo l'immagine del mondo è sospensione, pietrificazione, silenzio teso. Il denso mistero dei movimenti megalitici ritorna con le forme di Amalia Del Ponte, assieme alla seduzione dell'ordine ideale di misure. Novello filologo, invece, Luciano Fabro rettifica o chiosa la lezione dei sacri testi, sa che la filologia fa di una lingua morta una lingua viva. Sono favole le opere di Mainolfi. Ma la favola è un problema, un rapporto con la morale, con la cultura e il costume di un popolo. La favola non è una tradizione inerte ma l'espressione viva dell'immaginazione e della fantasia collettiva. Ricettacoli di potere magico appaiono anche le opere di Maraniello: miraggi imprendibili, apparizioni inquietanti e pur benigne.”

stralcio articolo Panorama Marzo 1987

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