Giovanna dalla Chiesa
Il piacere dell’occhio. Suoni di pietra
in “Trova”
1992
“Se l'ombra proiettata da un corpo investito di luce implica un'assenza, una sottrazione nella luce, un vano che descrive la forma di quel corpo in negativo, il suono emesso da un corpo in stato di riposo, sollecitato da una pressione esterna, ripete e sviluppa il movimento condensato dentro quel corpo. Simile all'ombra per il suo carattere di segretezza e di profondità ed alla luce per la sua mobilità e per la sua traboccante evidenza, il suono fa da ponte tra l'ombra e la luce disegnando il volume ed il movimento di un corpo invisibile,ma percepibile e reale, che anticipa la creazione dei corpi fisici ed assegna uno scopo alle materie diafane, perché possano intessersi in realtà corporee. "In principio era il Suono": il patrimonio ideologico più antico dell'umanità attribuisce al Suono, che le Antiche Scritture hanno tradotto in Verbo e Parola, l'origine dell'universo, dalla "progressiva materializzazione del ritmo sonoro iniziale". Se ciò è vero, come ogni oggetto, ogni forma, ogni parola, ogni idea esistente è ritagliata in un flusso continuo di energia e come ogni essere è dotato di una propria voce, ogni materia allo stato solido può far riemergere il proprio ritmo e ripropagarsi in uno stato fluido, sviluppando ciò che originariamente era il suo invisibile corpo sonoro.
Dopo anni di ricerca sulla struttura dei cristalli e sulla rifrazione della luce, Amalia Del Ponte si è avvicinata alla scultura in pietra sottoponendola alla stessa indagine strutturale ed elaborandola da quella medesima antica concezione che una parte della scienza contemporanea conferma, quando esce da un'idea statica della materia, da una suddivisione dualistica tra le sostanze tradizionali della fisica classica per abbracciare la teoria di "densità di campo", dove materia ed energia s'intrecciano condensandosi. Anche le avanguardie della prima metà del secolo hanno contribuito a riacquisire all'uomo contemporaneo il rapporto con il mondo invisibile. E se Boccioni è l'artista che più decisamente ha intrecciato la relazione dell'arte con l'ambiente in senso fisico, de Chirico è sicuramente quello che ha pervaso la relazione di un senso metafìsico. Amalia Del Ponte opera a cavallo di questi due atteggiamenti, senza entrare tuttavia in contraddizione, in virtù di una scelta di campo, che mentre pone in gioco tutte le componenti; prodotto dalla percussione su lastre di pietra preventivamente lavorate e accordate, il suono fuoriesce e si ripete oscillando, cercando un inafferrabile centro. L'udito, secondo l'antica filosofia indiana, è la fonte di ogni conoscenza, all'ascolto si attribuisce il compito di iniziare più profondamente alla vita ritmica. Il suono, non solo scioglie la materializzazione del mondo, fonde coscienza (Luce-Senso) e udito, ma intreccia i livelli, stabilisce i passaggi tra Terra, mondo Supero e mondo Infero. Anomala rispetto alla società, alle caste ed alle professioni riconosciute in essa, la posizione del musico-sacerdote tiene il luogo più alto tra gli uomini e gli Dèi, come quella del musico-mago il posto più basso tra gli uomini e i demoni.
In ognuno dei casi la sua è una condizione eletta in quanto frutto di libera scelta, del senso di una missione, simile, in questo, al ruolo del medico e, fra gli artisti, del poeta. Una posizione che il lavoro della Del Ponte condivide, al momento, rivoluzionando gli abituali parametri della scultura.”