1978
Pas de Deux
Galleria La Salita, Roma
G. B. Salerno
“Amalia Del Ponte sa che un cristallo non può stare da solo.
Due fili di rame, una mano di gesso (sorda come una parola) dicono l'elettricità del quarzo sottoposto a pressione; un piedistallo, un punto di mira, un oggetto mirato dicono le proprietà ottiche del prisma. Il buio minerario che li ospitò copre ancora la parola dei cristalli, situata su una scala microscopica e i cristalli si circondano perciò di accessori.
Poi Del Ponte fa un intervento molto drastico, molto potente sull'arcano della Temperanza, ne corregge la citazione, ne devia le finalità simboliche, quasi per bilanciare il silenzio dei cristalli, oggetti troppo sublimati, resistenti al linguaggio.
Ma a sua volta l’arcano si piega alla loro fondamentale proprietà che è appunto quella quella di tacere ciò che hanno di dinamico e di vitale.Il fluido mercuriale tra le brocche è invisibile; esse indicano ora due punti dello spazio, vicini abbastanza da poter essere percepiti entrambi, toccati con mano, ma privi di un segno che comprovi la loro interdipendenza e reciprocità: come le due proprietà dei cristalli: ottica e elettrica.
Con il ché concludo poiché già intravvedo un circolo vizioso.”
A.M. Boetti
“Da un calice all’altro, la temperanza versa un liquido, un fluido. da un calice all’altro, Amalia armonizza e “tempera” le virtù della luce e dei cristalli. In certi Tarocchi, Amalia si chiama Iris. Dietro le sue ali dorate irradia il sole, ai suoi piedi fioriscono gli iris gialli.
Così lo spirito solare travasa la linfa vitale da un urna all’altra. Il travaso non è una virtù moderatrice, annaquatrice, ma una iniziativa vitale di scambio e di polarizzazione tra due modalità della materia: ottica/elettrica, colori/calore. Qui, due funzione della struttura cristallina del quarzo che s’incontrano chimicamente. L’antica reveri prescientifica e l’immaginazione materica della Temperanza produce una fisica fantasticante, oziosa e puntuale, che contiene già le moderne rivelazioni scientifiche sui molteplici aspetti della struttura della materia (o onda, o particelle). Ma tutto sta tra le brocche antiche. Tutto quello che è fluido rimanda all’acqua.E tra le brocche, la fluidità si brucia.Dal matrimonio tra acqua immaginaria e luce nasce l’acquavite, il punch direbbe Bachelard. L’acqua bruciata crea l’arco energetico, l’arco al quarzo, l’arcobaleno, il campo elettrico, il diapason.”
G. B. Salerno
“Lo vedi un otto in questra mostra? Ci sono i due lavori, quarzo e pittura a olio, fisso e volatile, ciascuno col suo circolo, che poi funzionano anche toccandosi in un punto che sarebbe bello studiare! questo punto è il prisma, la sua trasparenza attiva che mette in moto l’intercambiabilità circolare modello/copia e elettricità/ottica.
Il quarzo non sarà O, diventata occhio?”