Anne Marie Sauzeau Boetti
Intervento di presentazione della mostra
Casa del Mantegna, Mantova
1994
II rapporto tra il visibile e l'invisibile che sta all'origine del lavoro di Amalia, la dualità del sonoro e del visivo, o ancora la dimensione plastica (apollinea) e la dimensione sonora: questa dualità è abbastanza rara nel fare artistico.
Lo stesso avviene tra il suono e la tentazione del silenzio: le prime sculture di Amalia - i prismi (cioè i suoi tropi) e le lastre di cemento o ferro - proponevano un assoluto silenzio, mentre le ultime lastre propongono il suono.
Questo rapporto tra il visibile e l’invisibile, o tra il suono e il silenzio, testimonia di una grande continuità nel lavoro di Amalia; anche gli ultimi suoi lavori raggiungono la loro massima espressività quando vengono suonati da percussionisti, e intanto ci invitano a riflettere a posteriori sul potenziale sonoro presente anche nelle prime sculture...
In effetti mi è venuto in mente stasera, qui: quando siamo davanti alle lastre di pietra, le ultime, in silenzio, possiamo immaginare che anche le prime opere - quelle ottiche - potrebbero suonare! Forse tutta la materia ha un potenziale sonoro e tutta l'opera di Amalia in realtà ci richiama al silenzio sì, alla contemplazione, ma con l’indicazione che se fossimo più attenti... avvertiremmo che tutta questa materia si muove ed emette un suono. Un artista può cogliere per noi una possibile comunione con un rumore, con un movimento cosmico, non percepibili fintanto che qualcuno non riesce a tirarli fuori. Vedendo queste ultime cose ho capito che tutta la mostra di Amalia, possiamo vederla o silenziosa o ... sonora.
Vi leggo un mio brevissimo paragrafo dal catalogo a pagina 28: "Se la pietra ha memoria atavica e cresce nella sua più segreta struttura, se inoltre accumula una memoria circostanziale, accidentale, geologica, quella che è più facilmente leggibile nelle cicatrici lasciate dai tanti cataclismi della storia terrestre, ebbene, qualsiasi blocco di pietra - non solo l'affascinante geode - ha molti misteri da rivelare, da raccontare"
Non solo quella specie di "lampi" visivi che vedete emergere qui dalla pietra e che corrispondono al suono che ne verrà fuori, ma anche le "onde marine" che Amalia ha fatto emergere da altre pietre (nella bella mostra milanese) corrispondono sempre a dei suoni.
Ed è bellissimo ascoltare questo concerto, anche in silenzio... una volta che abbiamo capito l’intenzione.”