1965

Scultura nella Casa

a cura di Gillo Dorfless

Galleria Montenapoleone, Milano



Gillo Dorfless



“... e, del resto, da recenti ricerche archeologiche eseguite a Creta, è risultato come, nelle stratificazioni del Minoico Recente, si rinvengano di tanto in tanto oggetti, suppellettili, oggi diremmo  «soprammobili» del Minoico Antico. A denotare che già in quelle epoche lontane gli abitanti dell' isola, oltre alla utilizzare a scopo decorativo delle loro case oggetti ereditati dagli antenati, e, con tutta probabilità, gelosamente custoditi. E' dunque una lecita consuetudìne quella di circondarsi di alcuni elementi la cui funzionalità sia, più che pratica e utilitaria, estetica, suscitatrice d'atmosfera, creatrice di stati d'animo La scultura di piccolo formato, la scultura  «da appartamento» (se vogliamo, addirittura la «scultura da viaggio» come ebbe a idearla anni fa Munari) è qualcosa di mezzo tra la suppellettile, il soprammobile e la grande scultura su scala urbanistica: è qualcosa che può accrescere la dignità dell’ambiente abitato senza costituire un ingombro{sempre eccessivo nelle case dei nostri giorni, ridotte a pochi esigui locali). Ma come conciliare questa difesa del «pezzo unico» a netta impronta artigiana, con la sempre più larga accettazione dell'oggetto industrialmente prodotto, con l'oggetto del disegno industriale? Come accettare, oggi che ci siamo liberati o stiamo liberandoci dalle scorie artigianali, la presenza nelle nostre case di elementi sorti già con l'idea della loro unicità e irrepetibìlità? Ebbene, credo si possano senz'altro conciliare i due momenti: l'oggetto industriale deve senz'altro sostituirsi a quello artigianale per ragioni economiche, di mercato, di costo, di consumo, per la rapida obsolescenza che oggi presenta qualsiasi ritrovato tecnologico; ma, proprio per ciò, quella carica artistica che un tempo ivestiva di sé la creazione artigianale deve e può riversarsi in maniera esclusiva sul settore dell'«arte pura». Sarà dunque la piccola scultura, come il gioiello o qualche singolo prodotto di ceramica e di vetro, a poter continuare la tradizione del «fatto a mano», del pezzo unico. E, per questa sua unicità e preziosità esecutiva, potrà anche, si spera non solo feticisticamente, continuare ad allietare le pareti e gli spazi domestici nella casa dell'umanità presente e futura.”



Tropo n° 16

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